Si è tenuto i giorni scorsi il convegno sull’oasi lago salso, zona umida della Daunia, annoverata tra le più importanti dell’Italia meridionale. Questa oasi si estende per circa 500 ettari nel comune di Manfredonia ed è molto interessante dal punto di vista naturalistico tanto da rientrare tra le zone a protezione speciale. In tale area l’ente Parco si è fatto promotore di un centro per la fauna selvatica, attivando progetti di ricerca sulla biologia ed ecologia delle specie presenti: un esempio noto è il progetto della reintroduzione del gobbo rugginoso, un’anatra che negli anni passati viveva libera nelle paludi sipontine in compagnia di tanti altri volatili. Nel periodo estivo fanno la comparsa anche diverse specie di anfibi e rettili. In tali ambienti, che pullulano di vita, c’è la necessità di comunicare tale biodiversità, per questo ci sono delle attività didattiche tenute anche dal Centro Studi Naturalistici, che, oltre alla conservazione del patrimonio naturale, si occupa della sensibilizzazione alla cittadinanza sull’importanza degli habitat degli animali selvatici; difatti piccoli gruppi di persone, famiglie, scolaresche sono accolti nel centro visita fruendo di: programmi educativi, giornate tematiche e visite guidate.
Sono migliaia i visitatori che annualmente si giovano di tali servizi, i quali per le scolaresche prevedono attività didattiche conoscitive in aula ed esplorative sul territorio, avvicinando così i ragazzi alla flora ed alla fauna del luogo.
Ospite d’eccezione al convegno Fulco Pratesi Presidente onorario del WWF Italia, che ha sottolineato la necessità di una conservazione seria ed una attenta salvaguardia: “quello che abbiamo conserviamolo bene, valorizzandolo anche con attività come il bird-watching.” Uccelli spettacolari presenti nell’oasi? Per citarne alcuni: la Cicogna bianca, l’Airone rosso, il Fenicottero rosa, la Sgarza Ciuffetto, la Nitticora, la Garzetta, il Tarabuso, il Mignattaio, l’Airone cenerino, l’Airone Bianco Maggiore; fra i rapaci annoveriamo: Il Falco pellegrino, il Falco di palude, il Falco pescatore, il Lanario e le Albanelle.Nell’escursione, effettuata il giorno del convegno anche nelle zone limitrofe all’oasi, c’è stato anche l’avvistamento di una colonia di diverse centinaia di Gabbiano roseo con rispettivi pulcini, segno di un futuro più roseo? Certamente, anche l’eventuale partnership del WWF può andare in tal senso. Una gestione partecipata con il WWF può portare frutti più abbondanti, impegnando chi gestisce l’area a restare in linea con il WWF, che con le sue manifestazioni può farla entrare in un meccanismo a più ampio respiro di rete ecologica. Come il progetto Life +, che si presenta anche con l’obiettivo di migliorare l’ambiente dell’oasi, aumentandone il numero di coppie nidificanti e svernanti, prioritariamente : “quelle del raro Chiurlottello, del Marangone, del Tarabuso e della moretta tabaccata.I fondi messi a disposizione per il funzionamento e la gestione di tale area, possono far sì che le “oasi” di oggi possono dimostrare che la natura e la bellezza possono essere alleate del lavoro umano e valorizzare di molto l’ambiente da vivere insieme appassionatamente.
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