Il ministro Fitto e tutto il centro destra al fianco di Pecorella

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In una serata gelida, alla presenza del ministro degli affari regionale Raffaele Fitto, e di tutto il centro destra, riunito per l'apertura della campagna elettorale di Stefano Pecorella.

Tanti i big presenti, tra cui il presidente della provincia di Foggia, Antonio Pepe, e il più volte assessore regionale Enrico Santaniello, oltre al candidato regionale Giandiego Gatta.

La serata inizia con la presentazione dello spot elettorale del candidato sindaco Pecorella, dove viene rappresentata una Manfredonia fallimentare e priva di sbocchi per il futuro, dovuta ai 15 anni di governo di centro sinistra.

Prima uscita pubblica del neo coordinatore del centro destra Stefano Foglia, che ritorna attivamente ad occuparsi di politica, avendo lasciato la coalizione all'indomani della sconfitta elettorale di 10 anni fa.

Come allora, la voglia di voler strappare la guida di Manfredonia al centro sinistra, è l'obbiettivo finale, e promette una campagna elettorale dai toni pacati e rispettosa degli avversari, perchè "La vera discontinuità siamo noi".

Pecorella, parla di una svolta per cambiare questa città, farla tornare quella di un tempo, elencando i fallimenti del centro sinistra, e puntando il dito su come hanno amministrato la città, non occupandosi minimamente della questione lavoro, e lo spreco di denaro, facendo ricorso a consulenze esterne, anche per dei semplici pareri, "600 mila euro solo per pagare i loro tecnici"

Fitto, sposta l'attenzione sul governo regionale, perchè come per Manfredonia, anche in regione, si è puntato ad alzare le tasse, fare assunzioni clientelari e a non rispettare le priorità dei cittadini, come salute e lavoro.

"tante, le promesse non mantenute da Vendola in questi 5 anni, e tante le bugie dette ai pugliesi, dai ticket al salario sociale, questi alcuni motivi per cambiare anche in regione, come per il comune."

Un inizio di campagna elettore, con la speranza che si parli di programmi, e non dei soliti battibecchi tra gli schieramenti, che non fanno altro che disinteressare alla politica i cittadini elettori.