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mercoledì 26 maggio 2010

Mercoledì della memoria: “Da giovane lavoratore, oggi arrivo a stento a fine mese da pensionato”.

Mi chiamo Giovanni Mancini, sono nato a Manfredonia ed ivi residente in via Pasubio.

Incomincia la mia storia: da bambino ho trascorso una infanzia non buona. Sono andato alle elementari, finito questo periodo dovevo andare alle medie, che a Manfredonia non c’ era, era presente quella privata, di cui non avevo la possibilità ed ho preferito quella professionale tipo marinara, di istanza sul castello, volevo andare alle superiori, ma per necessità famigliari non ci sono potuto andare.

Allora avevo 15 anni ed ho dovuto lasciare la scuola per dedicarmi al lavoro.
Durante tutti gli anni di lavoro c’ era la dittatura fascista, e “non ti potevi muovere”. Sono arrivato al servizio militare all’epoca, quando c’era una legge fascista, che obbligava i giovani, il sabato fascista, dopo il pomeriggio ad eseguire le esercitazione premilitare. 
Si era in piena guerra e tutti gli uomini adulti stavano a difendere l’Italia. Nell’ Ottobre 1942 per fortuna ebbi un ingaggio di lavoro nella zona Siponto con un impresa di Margherita di Savoia.

Ora torno diversi mesi indietro, sempre nello stesso anno io dissi al capo cantiere la famosa legge fascista, per cui alle ore 12 io dovevo smettere di lavorare per andare a casa perchè il pomeriggio mi dovevo presentare al campo sportivo per eseguire l ‘istruzione militare, ma lui non mi voleva mandare; l’istruttore non vedendomi ha comunicato ai superiori fascisti, e dopo 2 giorni i fascisti mi hanno prelevato e mi hanno portato in caserma dei carabinieri, sono salito e non sono sceso più, dopo 3 giorni mi hanno lasciato e così da quel momento si fini questa storia, sempre in quel mese arrivarono gli anglo americani e nei mesi seguenti abbiamo visto un po’ di benessere, dopo che gli alleati sono andati via siamo tornati allo stato “primitivo”. Negli anni 50 e nel 59 sono rimasto orfano senza nessuno, ne fratelli, ne sorelle, finché ho dovuto decidermi ha formarmi una famiglia; adesso sono un pensionato come tutti gli altri, ma purtroppo con i tempi che stiamo attraversando non si puo’ andare più avanti per potere vivere ed arrivare alla fine del mese.

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