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lunedì 21 giugno 2010

Eolico: Lipu a Governo, Adottare misure serie di tutela e prevedere limiti

Impianti eolici da anni fuori controllo, paesaggio e biodiversità compromessi su vasta scala, deregulation urbanistica, contributi pubblici eccessivi con infiltrazioni della malavita organizzata, assenza di linee guida nazionali.

E’ il quadro della LIPU-BirdLife Italia riguardo lo sviluppo in Italia dell’energia eolica, che tra impianti attivi (4.845 megawatt a fine 2009), impianti autorizzati (altri 7.674 megawatt) e pareri ambientali positivi ha messo un’ipoteca di oltre 11mila megawatt, raggiunti all’insegna di una “sostanziale improvvisazione e senza che vi sia mai stata un’effettiva programmazione o analisi preventiva da parte dello Stato o delle Regioni”. Senza contare gli altri 70mila megawatt che derivano da istanze in istruttoria presso le autorità preposte.

Uno sforzo immane, quello dello sviluppo di impianti eolici, in termini di costi (a regime 3,7 miliardi di euro all’anno) e purtroppo di perdita di biodiversità e paesaggio, in cambio di un contributo pari solo all’1,5% del fabbisogno energetico complessivo nazionale, tra comparto elettrico, dei trasporti, civile e industriale. Dunque un contributo modesto agli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto, che ora impone tagli all’anidride carbonica che saranno da ricercarsi – secondo la LIPU - soprattutto nei comparti dell’edilizia e dei trasporti.

In Italia l’eccessiva contribuzione pubblica sull’eolico, pari a circa il doppio delle media europea e valida per 15 anni rinnovabili con la ristrutturazione della turbina, “è alla base di una distorsione del mercato, di spinte ingovernabili, di condizionamenti nell’adozione delle regole e nella comunicazione e di sempre più numerosi episodi di malgoverno o di vero e proprio malaffare, che ha visto infiltrazioni anche da parte della malavita organizzata”.

Tutto ciò in assenza di Linee Guida nazionali per l’inserimento di rinnovabili sul territorio, previste dal decreto legislativo 387 del 2003, linee guida una cui bozza è attualmente all’esame della Conferenza Unificata Stato Regione ma che risulta essere un documento inadeguato alle esigenze di tutela del territorio e alla fissazione di obblighi non derogabili.

“Il tema è molto delicato e ormai scottante – afferma Danilo Selvaggi, responsabile rapporti istituzionali LIPU-BirdLife Italia - Da un lato, c’è in gioco l’importantissima questione della riduzione delle emissioni e dunque dell’utilizzo di “cattive” forme di energia. D’altro canto, abbiamo la necessità di salvaguardare quel patrimonio inestimabile che è la biodiversità e il paesaggio italiano, a partire dai siti di Rete Natura 2000, delle altre aree protette e da tutti i territori con alto valore paesaggistico o naturalistico.

“Le due cose – prosegue Selvaggi - possono e devono essere conciliate. Per questo avanziamo un accorato appello a Governo, Parlamento, Commissioni Ambiente di Camera e Senato, nonché alle regioni riunite in Conferenza unificata, con tre richieste precise: si adottino subito misure serie per la tutela di valori naturalistici e paesaggistici non ancora compromessi; si rimodulino gli incentivi per l’eolico, uniformandoli al mercato europeo e legandoli alla sostenibilità anche naturalistica degli impianti; si preveda un limite programmatico e non derogabile all’insediamento di tecnologie eoliche e fotovoltaiche nelle aree non urbanizzate, assieme alla promozione di obiettivi di pianificazione a medio e lungo termine. E si faccia presto – conclude Selvaggi - prima che dell’Italia che conosciamo, con le sue bellezze straordinarie, resti poco o nulla”.

In alcune delle foto reperite dalla rete, si possono notare i danni che creano questi impianti installati nei pressi di siti frequentati da particolari rapaci.

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