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mercoledì 23 giugno 2010

Mercoledì della memoria: storia di un emigrante italiano in sud America

Io mi chiamo Nappo Vittorio, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 19/7/28. Adesso vi voglio raccontare quello che mi accadde dal 1950 in poi; il 19 Marzo giorno in cui andai a Napoli ad abbordare la nave, che ci portava a Caracas (Venezuela) per incontrarmi con mio zio e cugini; loro avevano un contratto con l'acquedotto del municipio di Caracas già dal 1948, così mi tocco assieme a mio cugino a svolgere un lavoro che consisteva nel prendere i tubi tipo innocenti di sei metri per sei pollici di circonferenza e li portavamo dove stavano fatti gli scavi per poi montarci due funi arrotolate intorno, li scendevamo giù, poi li univamo maschi e femmine e venivano piombati nella superficie e poi perforate a misure calcolate per farci le filettature; da quel momento partiva un tubo di misure convenzionali e si portava alla porta di ogni palazzo per il diritto dell’acqua potabile, poi si procedeva ad aprire per misurare la pressione e si applicava un manometro per controllare se il tutto funzionasse bene; una volta che si stava sicuri di tutto allora si procedeva a coprire tutta la tubatura. Dopo di tutto questo mi misi a cercare in proprio il lavoro e così mi misi in contatto con un tale signor Carlo Tedesco, che era importatore di automobili; parlammo e così mi misi con loro a lavorare come riparatore di motori e così andammo un po’ di tempo avanti, però dopo si presentava il fatto dei soldi che erano troppo pochi, non rendeva il necessario per poter proseguire e cosi andai a Maracay in una industria tessile, che si chiamava Sudamtex e durai là circa venti mesi, poi dovetti trasferirmi per la stessa ragione che ho menzionato prima. La ragione di tutto era che il Venezuela non era ancora organizzato poi dopo un po’ di tempo si organizzò e si incominciò a lavorare molto meglio e la nazione intera andava benissimo poi nel tempo, si stabilizzò abbastanza e così si vociferava che si dovevano fare molte strade ed opere di urbanizzazione, collegare le province e tutto quello che era comunicazione in generale. Poi pensai di trasferirmi a Maracaibo dove ricevetti la chiamata della Falcon Zulia e così mi recai agli uffici della Martin Engeneering e mi misero in contatto con il signor Carlo, che era il capo Generale dell’impresa, parlammo e mi spiego tutto come e quando dovevo iniziare il mio da fare, e così mi presentarono a un tale Ramon Alvarrado una persona di molta esperienza nel lavoro dei trattori, pale meccaniche e tutto quello che era occorrente per costruire strade … e così ci mandarono allo stato Falcon, che si univa con lo stato Zulia, che venne chiamato Falcon Zulia dove si dovevano realizzare i lavori; quindi tempo prima l’impresa mi aveva mandato ad una zona che si chiamava la Ciega nel porto di Maracaibo dove in tempo erano arrivati cinquantacinque trattori internacional td 24. Per andare lì in quel momento non c’era la strada, c’era un ferri boats come in Sicilia più o meno, montammo su questo ferro tutti gli attrezzi e così uscimmo all’altra sponda, scendemmo e riprendemmo il viaggio. Avuto in consegna dopo alcune ore di viaggio, arrivammo nei paraggi di Menemauroa un paese che apparteneva allo stato Falcon, una volta arrivati, tanto io come il mio compagno signor Ramon Alvarado, vedemmo un locale in ferro, che a causa del calore si presentava quasi impossibile da abitare, pero’ dato che avevo affrontato un viaggio dall'Italia per il lavoro decisi di accettare quelle condizioni. Veramente non ci stavo quasi mai nel locale, per le molte ore di lavoro che facevamo, quindi nella mattinata dormivo un po’ e tutto procedeva normale, in quel momento non avevamo altre scelte e così durai trentasei mesi in questo lavoro; poi dovetti ritornare in Italia, primo perchè non mi sentivo bene e poi perchè avevo passato sette anni lontano dai miei familiari. In tal modo, una volta arrivato in Italia andai dal medico e gli spiegai la situazione della mia salute e lui mi rispose che non erano cose preoccupanti, dovute al fatto che io non mangiavo e per questo avevo preso un po’ di nausea e così mi dette una cura a base di ricostituente; questo durò tre mesi e così mi sentii molto meglio questo era l 'anno 1957. Dopo un po’ ritornai in Venezuela per dirigermi a Maracaibo dove c’erano i tutti i miei superiori dell' impresa. Una volta parlato e spiegato tutto mi consegnarono un Gep con una lettera per il signor Pallotta Ingegnere romano e direttore della strada che si stava costruendo nello stato Trujillo e Bocono. Dopo circa tre anni di residenza nella zona si presentò un golpe di stato, in quel momento comandava un Colonello delle forze Armate Venezuelane chiamato Marcos Pérez Jiménez, e pure a causa dei sindacati la massa lavorativa era nel caos, così decisi di andarmene a Caracas e iniziai per conto mio e lavorai dal 1958 fino al 1960 poi dovetti consegnare il locale per lavorare in altre zone di Caracas e così trovai un locale di 800 metri quadrati in un luogo chiamato il paradiso, sempre dentro la città Capitale Caracas, lo attrezzai e misi in opera di nuovo questo locale, era un sottano un po’ sottoterra lo dovetti per questo munire di una pompa d'acqua per gettare l’ acqua fuori, a causa delle forti piogge che potevano inondare il locale, in questi casi si doveva fare una assicurazione ed altro per poter andare avanti e lavorare più tranquillo. In tal modo mi potetti organizzare e andai avanti molto tempo à veramente mi trovai molto bene, poi nel 1969 per ragioni di famiglia lasciai quel locale è viaggiai in per l'Italia in cui rimasi tre mesi poi tornai in Venezuela è ripresi il mio lavoro in una zona della città chiamata San Agustin Nord è rimasi in quel posto fino al 1990 dell'undici di Maggio, poi da quel giorno sono rimasto in Italia è concretamente a Manfredonia.
SCRITTO DALLA PROPRIA PERSONA NAPPO VITTORIO

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