È stata inaugurata il 20 Luglio presso il Castello Svevo-Angioino la mostra dal titolo «Siponto: una città “abbandonata” nel MedioEvo».
La mostra permanente è un tratto del percorso museale che si intende allestire all'interno del castello. L’esposizione è il risultato di un programma integrato tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia e l’Università degli Studi di Bari costato 270.000 euro ed è frutto di 5 campagne di scavi iniziati nel 2000 e coordinati dalla Prof.ssa Caterina Laganara e finanziati dalla Provincia di Foggia, attraverso il Museo del Territorio, il Comune di Manfredonia e l'Università degli Studi di Bari.
“Siponto - ha detto nel suo intervento il sindaco Riccardi - è un punto fermo del nostro programma di governo della città, così come il Parco Archeologico di Siponto. C’è molto ancora da fare e valorizzare perché si tratta di un patrimonio inestimabile che richiede costante impegno, ma bisogna sforzarsi affinché i beni della nostra città vengano valorizzati come merita il nostro territorio”.
“Gli obiettivi del progetto - ha detto la Prof.ssa Laganara - sono: conoscenza, valorizzazione e fruizione del territorio. È necessario scoprire la facies post classica di Siponto per spiegare il motivo del suo abbandono; indagare la città è stata una tappa imprescindibile per conoscerla. Oltre che sul terreno la ricerca si è svolta anche in laboratorio, dandoci la possibilità di fare una precisa catalogazione numismatica, delle ceramiche e dei vari reperti ritrovati”.
La mostra è suddivisa in 4 sezioni distinte e complementari:
- la Sezione 1 è dedicata alla Ricerca Archeologica (le immagini delle campagne di scavo, l’analisi di un’abitazione medievale, l’abitazione IX, così come dimostrato dalla presenza del focolaio, e l’esposizione dei reperti in essa ritrovati ci danno informazioni precise su come è stato svolto il lavoro);
- la Sezione 2 è dedicata alle Indagini Predittive (grazie alle indagini aerotopografiche, alle ricognizioni archeologiche e allo studio delle mura è stato possibile ridisegnare la forma della Siponto vetus);
- la Sezione 3 è dedicata alla Ricerca archeometrica e Restauro (lo studio dei reperti, come le ceramiche e il vetro, attraverso metodi chimici, fisici, geomineralogici offrono un ampio quadro della vita socio-economica della città, importante centro portuale sull’Adriatico);
- la Sezione 4 è infine dedicata al Futuro del Parco (le indagini geomagnetiche hanno portato alla luce interessanti ed imponenti strutture murarie che potrebbero divenire oggetto delle auspicabili ricerche future).
Tra i reperti “eccezionali” ritrovati durante gli scavi vi sono: una quadrangula (insegna di pellegrino) recante l’effigie dei SS. Pietro e Paolo inscritti in una cornice perlinata che rappresenta finora l’unico esemplare in Puglia con una tale iconografia e un frammento di tessuto ritrovato in una fossa di conservazione per il grano trasformata in immondezzaio che ne ha favorito l’integrità fino ai giorni nostri. Insomma, visitando la mostra, riesci a immaginare come potevano essere le abitudini e le tradizioni di un popolo che seppur così lontano da noi cronologicamente, dimostra di non essere mai stato così vicino a noi fisicamente.
Rosa Fortuna
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