
L’acceso dibattito durato più di tre ore ha avuto come esito, per la prima volta nella storia delle relazioni istituzionali con tali associazioni di categoria, un primo e speranzoso margine di condivisione degli obiettivi e delle progettualità. Stefano Pecorella, Commissario dell’Ente, ha richiamato al senso di responsabilità che deve caratterizzare la presenza di ognuno dei presenti e per i ruoli ricoperti. Dal canto loro i cacciatori hanno apprezzato l'importante apertura alla discussione nei loro confronti.
“Finora mai nessuno ci ha illustrato la reale situazione – ha affermato con veemenza Matteo Trotta della Cpa Sports –. I cacciatori non dicono no al Parco del Gargano, ma a gran voce chiedono sensibili miglioramenti rispetto a ciò che attualmente è riportato sul Piano del Parco. Perché non si è tenuto conto del fatto che il Gargano è l’area protetta più antropizzata d’Europa? Si è a conoscenza del fatto che la provincia di Foggia, ed in particolare questo territorio, è molto ambita dai cacciatori e dal turismo venatorio?”.
Trotta, da decano del settore, pone l’accento su talune criticità. “La legge prevede degli indennizzi adeguati per i cosiddetti usi civici, aspetto non ancora considerato dall’Ente Parco. La nostra richiesta – ha aggiunto Trotta - è quella di annettere le zone contigue (buffer zone) all’interno dell’area Parco e non all’esterno come previsto. Se ciò non dovesse accadere, la perimetrazione raddoppierebbe con conseguenti danni irreparabili per l’economia e la vivibilità”.

Le dichiarazioni del Commissario Stefano Pecorella
“La tutela si sviluppa solo attraverso le attività congiunte degli attori che vivono il territorio e che curano gli interessi collettivi (associazioni, istituzioni, ecc). L’area protetta deve esserla anche per sviluppare economia. Nessuno ha intenzione di erigere una controproducente muraglia cinese per impedire l’accesso a chiunque. La vera ecosostenibilità consiste nello sviluppo delle opportunità e gli strumenti di pianificazione a nostra disposizione (Piano del Parco e PPES) sono i principali atti d’indirizzo.
Occorrono discussione e condivisione per trovare la migliore quadra del cerchio. Per questo ho sentito l’esigenza di mettere gli strumenti del Parco su un tavolo ed avviare la fase di confronto per giungere alla loro condivisione. Il Piano del Parco, il PPES e il Regolamento non sono oggetti indefiniti ed attraverso la loro approvazione dobbiamo sconfiggere l’arretratezza culturale che predilige le barricate e lo scontro.
Gli errori del passato devono diventare una memoria utile perché non si verifichino più. Questi tavoli di confronto e di concertazione devono essere il luogo nel quale formalizzare le osservazioni necessarie perché il corretto iter normativo diventi conoscenza e consapevolezza del territorio. Il mio intento è quello di condividere tutto ciò che é nell'interesse del territorio.
Mi aspetto un valido contributo da tutti gli attori di questo territorio per rappresentare le esigenze di sviluppo e tutela dell'area nel necessario contraddittorio con la Regione”.
Il tavolo sarà aggiornato al 9 novembre 2010
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