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giovedì 20 ottobre 2011

Manfredonia: Oltre 1.000 le firme raccolte contro il declassamento dell'Ospedale

Oltre 1.000 le firme raccolte in meno di tre ore a margine dell'appello contro il declassamento dell'Ospedale di Manfredonia e 1.500 le copie del dossier elaborato dall'Associazione, richieste e ritirate ai banchetti nel corso del sit-in di sabato scorso.
Altre 6.000 copie erano già state messe in diffusione nei pubblici esercizi cittadini.
Indicativa ed encomiabile la partecipazione attiva di numerosi volontari delle Associazioni Arcobaleno e AVI che hanno raccolto l'appello ad unirsi ai promotori nell'organizzazione di un evento che testimonia l'importanza di essere in contatto con la gente quando si vuole esaltare l'impegno sociale unitario su temi che riguardano la qualità della vita.

La politica deve svolgere un ruolo più incisivo. E’ necessario dare indicazioni e obiettivi giusti all'azione di quanti operano nelle delle Istituzioni.
Tante parole si sono finora spese senza alcun esito positivo sull'emergenza sanitaria.
I costi della cattiva gestione continuano a scaricarsi sui servizi essenziali e sui più deboli.
Sbaglia chi ipotizza una efficienza da realizzarsi indipendentemente da come si legifera. Un Ospedale di base non avrà mai le risorse e i mezzi di uno Intermedio.
Perciò non è indifferente essere l'uno o l'altro.

I cittadini del sit-in hanno raccontato, fra l'altro, di un reparto di ginecologia azzerato nella funzionalità, di una ortopedia che viene by-passata dai pazienti che si dirigono spesso altrove per poter essere curati, di prestazioni di pronto soccorso in grosse difficoltà a causa della mancata concessione da parte del Governo centrale della deroga alla Regione per la continuità lavorativa dei precari e per le indispensabili nuove assunzioni.
La preoccupazione e l'allarme pervadono i ragionamenti dello stesso personale sanitario e della dirigenza. Occorre fare chiarezza!


La politica deve agire, è quello che chiedono i cittadini. Intanto si è fatto avanti nuovamente il Sindaco, che parla di una situazione gravissima e chiama in causa tutti, dal Presidente della Repubblica al Presidente della Giunta Regionale, dai Parlamentari ai Consiglieri regionali e agli altri Sindaci. Speriamo non sia già tardi per porre rimedio.
Noi dell'Associazione “Lavoro&Welfare”, ovviamente, siamo già al suo fianco e continueremo a sensibilizzare e a promuovere informazione e partecipazione. Lo faremo insieme ad altri come noi.
Così come il lavoro, la salute è un diritto, non una merce; e i diritti vanno difesi dalle decisioni ingiuste e dai soprusi con la mobilitazione democratica.


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