
“Ho spiegato subito che i nuovi dipendenti messi in cassa integrazione, le continue sollecitazioni giuntemi da alcuni operatori della struttura - esordisce il Sindaco Riccardi - e la più totale assenza di comunicazioni formali mi preoccupavano a tal punto da ritenere che la sede utile per meglio comprendere le prospettive della struttura aziendale in questione fosse unicamente la Prefettura”.

Gli accordi prevedevano l'autorizzazione e l'accreditamento della struttura nella fascia B invece della fascia C dove è attualmente collocata; la riduzione per legge del 10% dei posti letto delle strutture private accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale avrebbe comportato il passaggio dai 35 di cui disponeva la Clinica a 31, tutti destinati alla geriatria eliminando la lungodegenza (dismessa); l’aggiunta di un modulo costituito da 20 posti letto e destinato ai malati di Alzheimer; la possibilità di aprire un poliambulatorio aggiuntivo.

L’occasione è stata propizia per rimarcare come manchino all’appello, nel periodo riferito tra il 2011 ed il 2012, circa 900 mila euro che la ASL non ha ancora provveduto ad accreditare alla Casa di Cura “San Michele” e che, a dire di Salatto, pesano in maniera determinante sugli stipendi dei dipendenti.
Il Direttore Generale dell’ASL, Attilio Manfrini, ha ascoltato con molta attenzione e si è impegnato a riproporre i temi posti già nel succitato tavolo regionale all’Assessore Ettore Attolini, esortandolo per addivenire alla soluzione di un accordo che era, nella sostanza, già assunto e che si impegnerà fattivamente per la liquidazione in tempi brevi delle somme dovute alla Clinica San Michele da parte dell’ASL stessa.

Non ho alcun titolo – prosegue il primo cittadino - perché gli atti concreti spettano ad altri soggetti.
Il mio unico cruccio e l’unica dinamica della quale mi interesso istituzionalmente è quella riferita ai posti di lavoro che sono in gioco.
Mi aspetto ci siano i passi necessari, almeno ora, e resto dell’avviso che se si fosse agito per tempo non ci troveremmo oggi con lavoratori in cassa integrazione e famiglie in ambasce. P
iena solidarietà a queste persone, nella speranza che gli ostacoli che ancora si frappongono sul loro cammino possano essere rimossi in tempi rapidi”.
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