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lunedì 10 dicembre 2012

Polizia Manfredonia: Altri arresti per rapine alla farmacia Serratì

A pochi giorni dal fermo di DE MEO Giuseppe, sipontino di anni 34, reo di aver perpetrato una rapina in danno della Farmacia Serratì di via dei Mandorli che, nel solo corrente anno, ha subito ben quattro rapine, stamane personale della locale Squadra di Polizia Giudiziaria ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale per i Minorenni di Bari, Dr.ssa Antonella TRIGGIANI, su richiesta del P.M. del medesimo Tribunale, Sost. Proc. Rep. Dr.ssa Carla SPAGNUOLO, che dispone il collocamento in comunità di due minorenni ritenuti responsabili in concorso di rapina aggravata, perpetrata lo scorso 05 Ottobre 2012, in danno della medesima farmacia.

Già il giorno successivo il personale investigante apprendeva, da fonte info-investigativa, che a perpetrare l’atto criminoso erano stati due fratelli minorenni; la fonte era così prodiga di particolari che gli agenti, acquisita la denuncia dal titolare della farmacia, verificavano la compatibilità dei fatti denunciati con quanto appreso, così come anche le descrizioni somatiche dei malviventi; l’atto delinquenziale era stato posto in essere con il seguente modus operandi: uno dei due entrava nella stessa mentre il complice lo attendeva fuori, nella stradina di fronte, pronti alla fuga a bordo di uno scooter che i due ragazzi utilizzavano. Asseriva che giammai le Forze dell’Ordine avrebbero potuto rinvenire gli abiti usati per la rapina in quanto, subito dopo il colpo, erano stati bruciati accuratamente.

Alla luce di quanto appreso si intraprendeva un costante servizio di pedinamento dei due ragazzini, che seppur giovani, si rivelavano molto scaltri; infatti qualche giorno più tardi, notati non distanti da un tabaccaio e diverse attività commerciali, palesandosi altissima la probabilità che i due mettessero a segno un ulteriore colpo che poteva creare grossi problemi e turbativa, non potendo escludere che l’arma utilizzata per la prima rapina fosse vera, il personale appostato decideva di intervenire e prevenire qualsiasi altro atto criminoso. I due minorenni venivano fermati dalla Volante e da personale della Squadra di P.G. e lì i sospetti diventavano certezza. Un ragazzino cercava di disfarsi di un enorme coltello da cucina mentre, all’interno di un borsello di colore marrone, l’altro giovane celava una pistola giocattolo, priva del tappo rosso, completa di caricatore, un pantalone short di colore nero in acrilico modificato a mo di passamontagna con effettuati due buchi per gli occhi e due gambaletto in nylon di colore nero da donna.

Alla vista del personale dipendente sin da subito il fratello maggiore, nel tentativo di scagionare il minore, si addossava ogni responsabilità, sia con riguardo alla rapina ai danni della farmacia Serratì sia di quella che aveva intenzione di compiere quella sera, rendendo quindi dichiarazioni confessorie alla presenza del suo difensore.

Diceva di aver asportato la pistola di proprietà di suo padre, di avervi tolto il tappo rosso, di aver preso il coltello nella cucina di casa, mentre, per quanto concerne il pantaloncino e le calze, asseriva di averli prelevati dalla biancheria della madre a sua insaputa.

Aggiungeva che parte del provento della rapina era stato consumato in un noto ristorante del luogo, unitamente ai suoi amici e per l’acquisto di scarpe e capi di abbigliamento di marca.

Ha ritenuto il Giudice che vi fosse la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico di entrambi gli indagati in quanto le dichiarazioni ammissive rese dal ragazzo appaiono assolutamente attendibili, in quanto riscontrate dagli elementi indiziari acquisiti nel corso delle indagini; tuttavia le sue dichiarazioni, laddove tendenti ad escludere ogni responsabilità del fratello minorenne, non apparivano attendibili, in quanto le risultanze investigative consentivano di ritenere la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza anche a carico del fratello più piccolo.

Infatti, in primo luogo, sulla base delle descrizioni fornite dai farmacisti, le fattezze fisiche dell’autore materiale della rapina non corrispondevano a quelle del fratello maggiore, bensì a quelle del più piccolo, mentre il fratello, che fungeva da “palo”, aveva una corporatura ed un’altezza maggiore rispetto al rapinatore.

Inoltre, nelle sue dichiarazioni, il ragazzo più grande, in riferimento alla mancata partecipazione del fratello alla commissione del delitto, incorreva in diverse contraddizioni: laddove aveva narrato che il rapinatore non aveva mai parlato durante la rapina, mentre, invece, egli urlò di aprire la cassa; dichiarazioni non corrispondenti anche circa l’abbigliamento indossato e le circostanze della fuga, in particolare sullo scooter in attesa fuori dall’esercizio commerciale colpito, con il motore già acceso per facilitare la fuga.

Ha ritenuto il G.I.P. che l’estrema gravità del reato commesso, l’ostinazione con la quale è stato perpetrato, consentono di dare una prognosi negativa in ordine alla futura astensione da condotte criminose, tanto più alla luce del rinvenimento addosso ai minori di quanto sottoposto a sequestro e dalle stesse dichiarazioni del minorenne, che ha riferito di aver avuto intenzione di commettere un’altra rapina, per cui considerata l’incapacità dei genitori di arginare le condotte irregolari dei figli, ne ha disposto il collocamento in comunità.

Come già detto all’atto del comunicato stampa inerente il fermo di DE MEO Giuseppe le rapine in farmacia sono state ribattezzate "i bancomat dei rapinatori" in quanto negli ultimi anni le farmacie italiane sono state uno dei bersagli principali della microcriminalità, che nel tempo ha spostato i suoi punti di aggressione dalle banche agli esercizi commerciali, in particolare i presidi sanitari, dove i consumatori sono abituati a pagare con denaro contante.
Un primato non proprio esaltante, che ha costretto le farmacie a correre ai ripari, come dimostra un protocollo d'intesa firmato nel 2010 tra il Viminale e Federfarma, che prevede il collegamento dei sistemi di videosorveglianza delle farmacie con le sale operative delle Forze di Polizia.
In sostanza le centrali operative possono monitorare in presa diretta la situazione nelle farmacie che hanno scelto di aderire all'intesa.

Un'esigenza, quella della sicurezza, che coinvolge indistintamente farmacie del Nord, del Sud e del Centro. Se banche e Poste possono infatti tirare un sospiro di sollievo, lo stesso non può fare la farmacia. Secondo i dati sulle rapine nel settore servizi e commercio diffusi proprio qualche giorno fa dal Rapporto 2011 dall'Ossif (l'Osservatorio intersettoriale sulla criminalità dell'Associazione bancaria italiana) cala la percentuale di rapine ai danni di banche e uffici postali (rispettivamente del 19,4% e del 10,3%), mentre le farmacie fanno registrare un'impennata del +5%.
A livello regionale si conferma il trend degli anni precedenti: il primato di Regione più colpita spetta alla Lombardia con 365 attacchi nel 2011 (il 32,1% del totale), segue a una certa distanza il Lazio con 189 rapine, la Campania con 118 e la Sicilia con 111, mentre la Puglia si attesta a 59 rapine ed i primi dati del 2012 sembrano confermare il trend dell’anno precedente.

Commissariato di Polizia Manfredonia


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