Una campagna elettorale in tempo di crisi invita a riflettere attentamente sulle attuali condizioni della società e della politica nel nostro paese. Essa è un momento importante di discussione sulla città, su come è cambiata e su come sta cambiando.
La crisi finanziaria, trasformatasi presto in crisi economica e sociale, sta aggravando la crisi politica che, da diversi anni e da diversi punti di vista, molti attenti osservatori vanno denunciando, e in tal senso è senz'altro da sottoscrivere il richiamo del Papa sulla necessità "di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile".
Amministrare una città significa progettare, ma anche mettere in piedi gruppi di lavoro, coinvolgere la comunità, offrire servizi, combattere la politica dei favori, difendere i diritti di tutti.
Mutano le esigenze e devono mutare le politiche. Diminuiscono i fondi pubblici e aumentano i bisogni. Emerge, quindi, la necessità del reperimento di nuove risorse e razionalizzare l'utilizzo di quelle esistenti, con l'impegno di tutti i soggetti pubblici e privati per costruire un welfare di comunità.
Vediamo nelle centinaia di candidature al ruolo di consigliere comunale il possibile svilimento di tale figura a mero "posto di lavoro" piuttosto che ad un posto di "responsabilità.
Leggiamo nel moltiplicarsi di liste e nei manifesti elettorali (spesso in spazi occupati abusivamente) molto poco su quale progetto si ha per la città e tanto narcisismo sul futuro dei singoli candidati"; non si evince una futura trattazione della cosa pubblica in termini di doverosa sobrietà.
Sentiamo poche analisi sulla nostra realtà territoriale e sui problemi vecchi (risolti e irrisolti) e nuovi (e su come affrontarli) che caratterizzano la nostra città:
- l'aumento della popolazione anziana e delle problematiche legate alla terza età
- le esigenze di partecipazione che affiorano dal mondo della disabilità
- l'aumento del disagio mentale e delle dipendenze;
- le domande dei minori e degli adolescenti;
- il problema del lavoro per le giovani generazioni;
- i mutamenti nella famiglia e la disgregazione familiare e sociale
- le nuove povertà, non più solo economiche, ma anche di cultura, di relazioni;
- l'estensione della città,e i connessi nuovi servizi da attivare la viabilità interna;
- le partenze dei giovani per studio e per lavoro...
Per questo ci sentiamo di offrire un'Agenda di speranza per il futuro della nostra città:
- serve fiducia, che consenta a consenso e dissenso di vivere, di scambiarsi e di limitasi. Diffidiamo dell'arrembaggio al carro del vincitore come della pretestuosa sudditanza di chi parte già sconfitto
- serve un "Progetto", un consenso sui problemi da considerare "cruciali" e "prioritari", piuttosto che un elenco di cose da fare.
Come cittadini affezionati alla nostra città vorremmo indicare alcuni criteri di metodo: siamo per la ricerca del bene comune che si radica sul rispetto della dignità della persona e sulla promozione dei diritti di cittadinanza. I diritti non possono essere trasformati in favori, meno che mai in promesse o ricompense elettorali.
Siamo per la ricerca dell'integrale e continuo rispetto delle regole, della trasparenza amministrativa, della onestà e della responsabilità non come atti formali e rituali ma come linea di concreta azione politica che fa dell'inclusione e non dell'esclusione il proprio metodo di lavoro.
Siamo per dare continuità - chiunque sia il vincitore della prossima tornata elettorale - a quelle iniziative ed esperienze della passata amministrazione che hanno valorizzato il ruolo e il contributo della società civile e delle associazioni di volontariato.
Guardiamo con simpatia:
- ai coordinamenti di quartieri che potranno, se curati, dare voce e vitalità alle periferie;
- alle iniziative dell'amministrazione- pubblica per l'infanzia, l'integrazione sociale e culturale, con particolare riguardo agli immigrati...;
- all'affidamento a cooperative di giovani del teatro comunale, del laboratorio urbano comunale...;
- al Piano sociale di zona che fissa obiettivi strategici nell'ambito territoriale
È quanto mai necessario perciò ripartire dall' etica individuale di chi svolge un servizio politico. Tanti politici offrono, a livello locale, un buon esempio; ma oggi la "normalità" non basta più. Si sente il bisogno di un salto di qualità in termini di spirito di servizio, disponibilità a spendersi e a rinunciare a qualcosa, a mettersi in gioco, a fare battaglie vere ponendo in secondo piano gli aspetti "tattici" della politica.
Invitiamo tutte le forze politiche e i candidati a porre al centro del loro impegno la promozione della partecipazione civica e politica di tutti i cittadini. È opportuno pertanto cogliere ogni occasione per incentivare e promuovere il coinvolgimento dei cittadini, non solo a livello consultivo, come a volte già avviene, ma anche nella effettiva costruzione dei processi decisionali e questo come metodo di lavoro per la generalità dei settori dell'amministrazione, compresi quelli più significativi.
Un gruppo di laici delle Parrocchie di Manfredonia
1 commenti:
Manfredonia si sta svegliando!!!
Bravi, condivido in pieno!
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