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lunedì 3 agosto 2009

Tartarughe nel Golfo

In questa ultima settimana nel Golfo di Manfredonia abbiamo assistito ad un fenomeno molto interessante: la cattura accidentale da parte dei pescatori di numerose tartarughe di varie specie, soprattutto della Caretta-Caretta e della, molto più rara, Tartaruga Verde. C'è da dire che il ritrovamento delle testuggini si è sempre verificato, ma da un po' di tempo è in aumento la grande collaborazione dei numerosi pescatori di Manfredonia, come ci conferma il responsabile scientifico del Centro di Recupero Tartarughe Marine "Oasi Lago Salso", il Dott. Giovanni Furii, i quali si sono sensibilizzati alla causa delle tartarughe e alla salvaguardia del nostro e il loro bene più prezioso: il mare, che in una città come la nostra è una risorsa e una grande ricchezza.
Una grande attenzione va al ritrovamento non molto comune della Tartaruga Verde, che appartiene alla famiglia delle Cheloniidae, secondo esemplare ritrovato vivo nell'arco di due mesi nelle nostre acque. Il recupero è avvenuto grazie a Giuseppe La Tosa che tempestivamente ha avvisato il C.R.T.M. di Manfredonia della presenza a bordo del suo peschereccio, Stella Marina, di questo esemplare. Attualmente si trova presso il centro per essere sottoposto agli esami di routine necessari a valutarne lo stato di salute. Nella letteratura scientifica sono citati solo due ritrovamenti di Tartaruga Verde nell'Adriatico, mentre la Regione Puglia, con lo studio "Spiaggiamenti di tartarughe marine lungo le coste pugliesi - Analisi dei dati dal 1996 al 2006" ne ha censite solamente 12 esemplari in dieci anni, di cui vive solamente due.
Oltre a questo spettacolare caso di ritrovamento di Chelonia Mydas, il Centro ha ospitato circa 200 tartarughe marine dal gennaio 2007, questo risultato è stato raggiunto sempre grazie alla collaborazioni del popolo del mare. In questo momento ospita 6 tartarughe Caretta-Caretta, che a breve dopo i dovuti controlli verranno liberate.
Nel C.R.T.M. in aggiunta al recupero e controllo dello stato di salute delle testuggini catturate accidentalmente si fanno anche ricerche, infatti in questi giorni si è conclusa la prima fase di attività di raccolta dati delle studentesse delle Università di Torino e Genova. In più le due studentesse hanno effettuato imbarchi a scopo di ricerca scientifica su motopescherecci di Manfredonia. Le attività di ricerca proseguiranno per dodici mesi ed hanno come scopo quello di determinare l'entità delle catture accidentali di alcune specie non commerciali da parte della pesca professionale nell'Adriatico meridionale.
Il responsabile scientifico Giovanni Furrii, inoltre ci ha spiegato che entrambe le specie recuperata sono in pericolo di estinzione dato che il censimento fatto sulle tartarughe a permesso di far valutare che le dimensioni delle stesse sono troppo piccole per essere già pronte alla riproduzione, dato che diventano riproduttive ad una lunghezza di circa 50/60 cm. In più la cementificazione delle spiagge, e la loro eccessiva umanizzazione stanno togliendo spazio alle tartarughe per poter nidificare, se continueremo ad infischiarcene del bene di questi animali, uno degli esseri viventi più vecchi al mondo scomparirà dalla faccia della terra, indebolendo o compromettendo del tutto l'ecosistema marino.





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