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lunedì 1 marzo 2010

Presentato il III volume della Storia di Manfredonia: l’età contemporanea

Storia di Manfredonia, atto terzo: è stato presentato a palazzo dei Celestini in una sala gremita l’ultimo volume sulla storia sipontina, chiudendo così il progetto dell’amministrazione comunale che ha già dato vita ad altri due testi sul medioevo e l’età moderna.
L’opera, divisa in due tomi, è dedicata all’età contemporanea e si concentra sugli ultimi centocinquanta anni di storia locale, partendo dall’unificazione d’Italia fino al 1970.
I due tomi, curati da Franco Mercurio, direttore della Biblioteca provinciale di Foggia, e da Saverio Russo, docente di storia moderna presso l’Università di Foggia, sono il frutto di un lungo lavoro di ricerca storica e si compongono di ben 18 saggi, molti dei quali scritti da cultori della storia locale.
Il primo tomo si apre con un saggio di Franco Mercurio sulla Manfredonia nel passaggio fra vecchio e nuovo governo, una fotografia della Città che “al momento dell’unificazione contava 7.513 abitanti di cui 4 medici, 4 farmacisti, 1 chirurgo, 3 notai, 2 architetti, 4 avvocati, 8 sensali, 76 impiegati, 41 sacerdoti. E poi ancora macellai, braccianti, barbieri, orefici, falegnami”.
Quando la storia si fa cronaca. Manfredonia, da sempre al centro del commercio marittimo grazie al suo porto e al suo posizionamento terminale rispetto a Foggia e ai collegamenti viari garganici, vive un forte momento di crisi quando la nuova classe dirigente provinciale liberale individua nella stazione ferroviaria di San Severo il nuovo terminale dei traffici garganici, interrompendo così il secolare legame commerciale instauratosi con Venezia e Napoli. Così il Novecento vede la trasformazione della funzione portuale che, da propriamente mercantile (come era stata lungo i secoli fino al periodo post unitario) diventa principalmente peschereccia.
L’excursus storico dell’opera prosegue con la narrazione nei diversi saggi delle opere di bonifica integrale che hanno permesso a Manfredonia di appropriarsi del suo territorio sino ad allora paludoso ed insalubre; del passaggio, agli inizi del Novecento, da “paese” a città borghese attraverso uno sviluppo urbanistico che, sebbene all’inizio abbia riguardato unicamente l’edilizia privata, ha poi coinvolto anche aspetti pubblici e sociali, in primis attraverso la dotazione dei servizi igienici e sanitari; fino ad arrivare alla dolorosa questione del petrolchimico che ha profondamente segnato la storia recente della Città.
Raffaella Ciuffreda

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