Come promesso in un precedente post ecco le “piccole e personali storie” degli anziani che la “Storia” hanno contributo a farla...iniziamo dalla storia scritta da Matteo Bisceglia buona lettura.
Mi chiamo Matteo, sono nato nel 1938, il quattro di Luglio, il giorno dell’indipendenza dell’America; sono nato in una famiglia di poveretti, sono il quinto figlio, cioè di due maschi e cinque femmine.
Mi ricordo della prima guerra mondiale, ero ragazzino e quando bombardavano a Foggia, noi scappavamo tutti nei fichi d’india, poi arrivarono gli americani eravamo tutti meravigliati di vedere tanti neri, che ci davano le caramelle e le cioccolate.
Incomincia la mia infanzia, sono andato a scuola all’età di otto anni perchè c’era la guerra e mi ricordo che dopo la scuola, cioè l’estate, i miei famigliari mi portavano in campagna a fare la trebbiatura, a tirare la marinara, cioè la paglia che usciva dalla trebbia, mi ricordo che la notte dormivamo sulla paglia perchè quello era il letto.
Mi ricordo che quando andavo a scuola il pomeriggio andavo a fare il garzone al forno e infornavamo il pane, seppure era poco, facevamo in modo di fare attaccare le pagnotte per ricavare la mollica per poter sfamarci, perchè mancava il pane.
Poi negli anni cinquanta mi è venuto a mancare il padre ed ho dovuto lasciare la scuola per aiutare la famiglia e fare tutti i mestieri stressanti nonostante ero piccolo di età; poi nel cinquantuno ci hanno assegnato i poderi dell’ente riforma e ci siamo trasferiti tutti in campagna a fare gli agricoltori, ma io quel mestiere non lo ho voluto mai fare, perchè mi piaceva la meccanica e ho dovuto andare via per fare il lavoro, che più mi piaceva, lavorando sui mezzi meccanici, cioè scavatori e via di seguito; poi nel 1959 sono partito per la vita militare e mi sono incontrato con Adriano Celentano perchè eravamo della stessa compagnia, ma dopo il carro mi hanno trasferito ha Gorizia al reggimento Garibaldi, mi ricordo che nel 1960 nella valle non facevano molti sabotaggi e ci hanno mandati sul monte Carso.
Ho visto tutti i terreni che c’erano; erano tutte le croce dei caduti della prima guerra mondiale e sono rimasto molto scioccato a veder tutte quelle croci.
Voglio raccontare una fatto che non potrei mai dimenticare, il 2 giugno si onoravano i caduti della guerra e noi facevamo il picchetto d’onore ai caduti di guerra, il Presidente delle forze armate era Giulio Andreotti, e molti di noi cadevano come noccioline dagli alberi, non posso mai dimenticare che mi sono tolto l’elmetto, purtroppo allora non c’erano le leggi che ci sono adesso, e finito così questo racconto che non lo potrei mai scordare.
Grazie al cielo questo lo ho potuto raccontare grazie ai servizi sociali e tutti i dirigenti.
Oggi faccio il coordinatore degli anziani e sto imparando ad usare il computer; ed a imparare ci sono i molti frequentatori del centro anziani.
Oggi faccio il coordinatore degli anziani e sto imparando ad usare il computer; ed a imparare ci sono i molti frequentatori del centro anziani.
BISCEGLIA MATTEO
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