
a) consolidare la memoria collettiva su passaggi cruciali della storia del Mezzogiorno e della Capitanata, favorendo l'incontro inter-generazionale;
b) sperimentare nuovi metodi didattici, come il cooperative learning, da adottare per gli studenti, ed il metodo autobiografico per gli anziani.

Infatti, si è deciso di divulgare in aula oltre la storia dei testi scolastici tradizionali, anche la storia “dei treni della felicità”. Si era appena usciti dalla guerra, l’Italia era un paese povero e da ricostruire nuovamente, specie il sud, che necessitava di pane e lavoro. Nonostante i tanti problemi c’era tanta solidarietà tra poveri, meno da parte dello stato; difatti alla voce dei braccianti: “pane e lavoro”, lo stato rispondeva con repressioni, che a volte sfociavano in eccidi.


L’intervento del signor Pacillo spiega che le esigenze cambiano: un tempo c’era più partecipazione attiva per ottenere le cose di cui fino a qualche tempo fa abbiamo usufruito, precisando che le conquiste potrebbero andar perdute.

Un anziano coltivatore ricorda ai ragazzi che la situazione dei braccianti agricoli è molto migliorata con la riforma agraria: “sono passati i tempi in cui la paga giornaliera consisteva in un po’ di pane, sale, olio e 200 lire.”
I giovani fanno altre considerazioni sulla partecipazione in politica; prima erano militanti anche i ragazzini, oggi chi si occupa di politica è un adulto, e si domandano: “le idee dei ragazzi quanto possono valere?”
Il signor Antonio Ferri afferma che gli incontri servono a costruire un modello diverso, con proposte reali, cui partecipino i politici a prescindere dal colore politico, incitando i giovani a lottare per i propri diritti come hanno fatto i nostri padri.

Anche per questo il signor Di Stato consiglia di camminare assieme giovani ed anziani, solo così si possono ricevere grazie dal Signore ed accomodare le cose con educazione.
La signora Maria Siponta ricorda che la loro generazione sapeva far di tutto: e quella di oggi?
Il Sig. Michele Terlizzi ribadisce che la sua generazione ha lavorato per dare più agi ai figli, quegli stessi figli che cercano lavoro e che, a volte, non conoscono i propri diritti. E ammonisce i giovani: “divertitevi pure, ma pensate al vostro futuro”.

Ed è a questo proposito che concludiamo con una frase di Mario Luzi “Un paese senza memoria è un paese senza futuro. Lo smarrimento della memoria conduce al disastro. Senza memoria non c’è prospettiva di futuro”. E’ una massima da mantenere nella nostra memoria come i saggi consigli che vengono dati dai nonni e padri a garanzia del futuro dei giovani. Giovani da stimolare con la conoscenza della storia “autentica e diretta”, non solo come viene riportata dai libri scolastici.
Ricordiamo, infine, che i destinatari del progetto sono stati: pensionate/pensionati, anziane/i delle leghe SPI-Cgil, dei circoli Auser, delle associazioni e dei centri sociali per anziani ed anche gli studenti delle quarte e/o quinte classi degli istituti scolastici superiori della provincia di Foggia; per alcuni di loro è stato previsto il confronto “anziani testimoni del secolo passato ed i giovani di ora”, di cui abbiamo menzionato sopra.
Un ringraziamento ai promotori dell’iniziativa, che sono stati nell'ordine:
- AUSER - Foggia
- AUSER Provinciale - Foggia
- SPI - CGIL Foggia
- SPI - CGIL PUGLIA
- CGIL - Foggia
- Università degli Studi di Foggia - Facoltà di Scienze della Formazione
- Ufficio Scolastico Provinciale - Foggia
- IPSAIC - Istituto Pugliese per la Storia dell'Antifascismo e dell'Italia Contemporanea - Bari
- Associazione " CASA DI VITTORIO "
I mercoledì della memoria continuano con le storie degli anziani e prossimamente anche con i grandi eventi storici ( Il piano Marshall, il piano del lavoro, la riforma agraria ) raccontati dal prof. Michele Spinelli.
Monaco Benedetto
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