Voglio prima di tutto precisare che il giorno della mia nascita, in quell'anno coincideva con la festivita' della santa pasqua, e inoltre era anche festa nazionale cioè il natale di Roma. Il mio racconto inizia qui. Io avevo un nonno che si chiamava Matteo, un uomo straordinario, allegro, pieno di gioia e di bonta' era nato l'anno 1862 a Monte Sant'Angelo; da premettere che non aveva frequentato nessuna scuola, in pratica era analfabeta, mentre suo padre cioè il mio bisnonno Tommaso, che era nato nell'anno 1830, sapeva leggere e scrivere ed in qualche modo cercava di insegnare a mio nonno qualcosa, riuscendo così ad imparare ed in qualche modo a leggere e scrivere, tanto che quando ha fatto il militare, stava in fureria e leggeva le lettere ai soldati.
Ai miei ricordi mio nonno Matteo, che durante l'inverno quando faceva molto freddo e si era in casa col grande camino acceso, noi con lui eravamo seduti al calduccio, mentre lui con la sua saggezza ci raccontava romanzi, storie, poesie, barzellette. Inoltre, ci raccontava la storia della vita di suo nonno Tomaiuolo Leonardo, il quale era nato in Calabria e viveva in famiglia con suo fratello; non mi e' dato saperne di più su di lui, ma ricordo perfettamente che per qualche grosso motivo giuridico, i due fratelli evidentemente ricercati dalla giustizia, sono dovuti scappare in un'altra regione per evitare di essere catturati e portati in prigione.
Dopo tanto pellegrinare e gironzolare, sono arrivati nella città di Manfredonia, tentando di cercare una nuova sistemazione di lavoro ed un nuovo sistema di vita; mentre il mio bisnonno Leonardo decideva di fermarsi a Manfredonia, per poter fare l'allevatore di bestiame e precisamente di mucche, suo fratello invece decise di prendere altre strade e si piazzo’ a Monte Sant'Angelo. Parlando di mio nonno Leonardo, nel fare la ricognizione dei luoghi di Manfredonia, noto’ una zona demaniale chiamata ripa di sasso e ritenendola idonea al nuovo lavoro da intraprendere, decise di chiedere al comune di Manfredonia l'utilizzazione di questi terreni demaniali ed incolti, dalla estensione di 60 versure circa. Voglio precisare che la versura sopra menzionata era una misura locale, quantificata in metri quadrati 12345 ed era facile ricordarlo, poiché bastava aprire il palmo della mano, e contare sulle dita. Devo comunque precisare che la misura agraria su tutto il territorio nazionale è l'ettaro, che misura metri quadrati 10.000; si precisa che il perimetro di queste 60 versure, si trovano ancora adesso a nord di Manfredonia salendo la montagna.
Questa zona veniva costeggiata da un grande tratturo di circa 6 metri di larghezza, che parte da Monte Sant'Angelo e arriva fino a via Barletta, che trovasi vicino l'ospedale. Questo tratturo in pratica di asservimento, serviva a far scendere il gregge del bestiame dalla montagna a valle nel periodo primaverile. Come questo tratturo sopra indicato, vi erano tanti altri tratturi analoghi, e in particolare, il tratturo di Pulsano, il tratturo Valente, il tratturo Signoritto e il tratturo della valle dell'inferno, perché era pericoloso, roccioso, con un grosso baratro senza nessuna protezione. Riprendendo quanto prima scritto, circa le 60 versure che possedeva mio nonno Leonardo, in detto appezzamento cominciava l'allevamento di mucche da latte e da lavoro, per arare e tirare i carri di fieno e quant'altro da trasportare. Voglio precisare che il parco del bestiame era composto da poche unità, ma col passare degli anni, l'allevamento aumentava continuamente di numero, fino a diventare un parco bestiame di tutto rispetto. Adesso riprendiamo il discorso sulla persona del mio bisnonno Leonardo, si sposò con la signorina Francesca Bisceglia fu Raffaele nata a Monte Sant'Angelo, da questa unione sono nati sette figli di cui cinque di sesso maschile e due di sesso femminile. Intanto più passava il tempo e più l'azienda cresceva e si avvertiva il bisogno di aiuto di operai, cosi detti in dialetto Manfredoniano “ualen”, che detto nella lingua italiana significa salariati fissi. Oltre queste attività aziendali, mio nonno seguiva il miglioramento del suo bestiame nel seguente modo, cioè vendeva le mucche poco buone e meno redditizie e comprava mucche di razza pura nostrane.
Tutto questo comportava un grosso sacrificio, perchè a piedi bisognava arrivare in determinati posti dove si svolgeva la fiera del bestiame più esattamente nei seguenti luoghi: citta' di Foggia, citta' di Troia, citta' di Torremaggiore. Lasciamo immaginare il tempo che ci voleva per fare questa strada andata e ritorno, e naturalmente a piedi. Devo precisare che il mio bisnonno era molto scaltro sia nella vendita che nell'acquisto, tanto che i mediatori di queste fiere di compravendita lo avevano soprannominato “coccia di ferro”. Inoltre c'è che il mio bisnonno Leonardo, quando i sette figli sono arrivati al matrimonio li ha sistemati in modo abitativo su piccole case nello stesso pezzamento delle famose 60 vesure, assegnando agli stessi un pò di campagna giusto per sopravvivere in quanto era tirchio nell'elargire. Inoltre, queste 60 versure nel tempo hanno preso il nome del conduttore frazione Tomaiuolo. Preciso che il comune di Manfredonia faceva pagare al signor Tomaiuolo Leonardo una somma stabilita chiamata fondiaria.
Devo aggiungere che Leonardo Tomaiuolo Lavorando sempre e facendo sacrifici e risparmiando, e riuscito a lungo andare ha comprare una casa in frazione Ruggiano, a circa 4 km dalla frazione Tomaiuolo, dopo ancora ha comprato una casa nella Citta' di Monte Sant’Angelo; c'è da aggiungere che questo uomo chiamato “coccia di ferro” e cioè testa di ferro e avaro, dopotutto si riscontra che aveva un animo buono, perchè Tomaiuolo Leonardo fece in modo ( che in quei fondi di quella frazione) di costruire una chiesetta rupestre, facendosi carico di pagare tutto il materiale occorrente alla costruzione stessa, mentre i sette figli ci dovevano mettere la manodopera per la costruzione, in quel periodo stesso assegnava numero 20 vesure alla chiesa a fine costruzione perchè con l'affitto con il ricavato proveniente da queste 20 vesure, si potessero pagare le spese di manutenzione della chiesa e le spese del prete per dire messe ogni domenica e tutte le festivita' di precetto. Infine, ha donato ai 7 figli in parti uguali le rimanenti 40 vesure meno la disponibile a favore della sua consorte. Quando sopraddetto è stato fatto il seguente testamento pubblico in data 28 del mese di gennaio 1878 dal notaio Giovanni del Conte fu Raffaele residente a Monte Sant'Angelo alla via corso Emmanuele. Successivamente e precisamente l'anno 1933 e' stato fatto il primo restauro della chiesetta, il secondo restauro è stato eseguito nell'anno 1990, naturalmente dagli eredi. Si allegano le foto della chiesa sia all'interno che all'esterno.
Inoltre aggiungo la chiesa e' stata dedicata alla Madonna della Libera, da precisare che sulla facciata esterna e precisamente al centro in alto sul lato destro guardato il campanile è stata messa una targa con su scritto (questa chiesa e' stata fatta dai sette fratelli Tomaiuolo la loro rendita è stata lasciata dal padre Leonardo). Relazione delle 4 foto della chiesetta: in una, notiamo la casa del figlio Tommaso con la chiesa sul lato sinistro, in un'altra foto osserviamo solo l'esterno della chiesa col suo ingresso e il campanile, nell’altra foto allegata notiamo l'interno della chiesa ripresa dalla porta di ingresso; un ultima foto fa una ripresa nelle vicinanze dell'altare.
Da notare che dietro l'altare in alto al centro nella nicchia, centrale è la statua della Madonna della Libera dalla quale la chiesa porta il nome. Sul lato sinistro nella nicchia vediamo la statua di San Leonardo, che è il protettore dei carcerati, che poi è stato il nome del fondatore della chiesa. Nella nicchia destra vediamo la statua di Sant'Antonio di cui probabilmente era devoto. Ci si auspica che tale chiesa sia riaperta nuovamente al culto quanto meno le domeniche ed i festivi…
Racconto di Angelo Tomaiuolo un anziano che frequenta il centro anziani di via porta pugliese Manfredonia (Foggia).
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