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venerdì 3 settembre 2010

Anime in Pietra: Esposizione dell’artista Corrado Grifa a Palazzo Celestini

E’ stata inaugurata il 27 Agosto u.s., l’esposizione dell’artista Corrado Grifa visibile fino al 5 settembre 2010, presso la sala Palazzo dei Celestini. Tra i vari relatori intervenuti all’apertura ricordiamo: Paolo Cascavilla (assessore alla cultura di Manfredonia), Carlo Macrini ( assessore alla cultura di San Giovanni Rotondo), Don Davide Longo e Gaetano Jacobucci (saggista).
Introduce Don Davide Longo affermando: “Non è l’occhio che vede le sculture, ma è la luce che esse riflettono a permette all’occhio di funzionare”; nel segno della continuità e della novità prosegue Carlo Macrini: “ C’è la visione dell’essenzialità della luce, che da un senso, attraverso l’animo umano, e che trasforma l’animo dell’elemento in sculture.”

Sculture che possono essere apprezzate al pieno osservandole, come lo stesso artista ama dire: “lasciamo che siano le opere a parlare”, comunque dato l’alto valore simbolico ed astratto delle stesse può essere utile dare uno sguardo al catalogo dell’artista edito dalle Edizioni Stauròs.
A commentare le opere in catalogo ricordiamo Enzo Nicola Terzano, Mons. Michele Castoro, e due relatori presenti alla presentazione: Paolo Cascavilla e Gaetano Jacobucci. Riportiamo di seguito alcune loro impressioni.
Paolo Cascavilla: “ Corrado Grifa privilegia i mezzi poveri, le forme astratte, che si elevano e che spingono al silenzio e all’ascolto. I materiali sono antichi, millenari. Antiche sono le forme (le curve, i cerchi, i triangoli). Le parti vuote, le scanalature, le sinuosità sembrano anch’esse antiche, scavate dal tempo, dall’aria, dall’acqua, dal sole, dalle stagioni, dalle mani di un uomo rispettoso della materia. Materia in cui convive vuoto e pieno, mancanza e completezza, luce ed opacità.”

Gaetano Jacobucci: fissando lo sguardo sulle opere dello scultore mi vengono in mente alcuni miei versi: “…la pietra geme, dalle fenditure cola un freddo umore, di gocce chiare singulto spuntante dell’anima del sasso…”. Enzo Nicola Terzano: “La scultura è nel mondo delle arti plastiche, un po’ come la poesia nel mondo della letteratura. La scultura è fatta di gesti essenziali che sviluppano volumi intorno a varie materie, e la poesia, in parallelo, è fatta di poche parole che volano intorno a delle immagini, e l’una e l’altra, guardano al mondo interiore non meno che a quello esteriore, senza alcun vincolo. La scultura e la poesia sono arti libere di viaggiare anche al di là di ciò che è il mondo della comprensione concettuale, ci fanno capire al volo cose che normalmente non notiamo, sul quale i nostri occhi non sono passati, su forme ed immagini che vediamo solo nei sogni, di sfuggita, quando ruotiamo la testa velocemente e cogliamo aspetti inusuali del mondo che si apre intorno a noi.” 

Concludiamo con il commento di Mons. Michele Castoro: “Guardando le sculture di Corrado Grifa, ci si rende conto immediatamente di essere di fronte a corpi di pietra “animati”. La pietra di Apricena pare trovare vita e slancio; con leggerezza si sostiene ai supporti in ferro che fanno tutt’uno con essa. L’opera dello scultore diviene, in questo caso, metafora dell’azione di Dio preannunciata dal profeta Ezechiele: “Toglierò dalla vostra carne il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi (Ez. 36,26-27).”

Corrado Grifa cerca con lo scalpello non tanto e non solo l’anima nelle pietre, ma la forma che è segno di questa vita nascosta. Non è un mero esercizio finalizzato a raccontare qualcosa di chiaro e comprensibile, ma una ricerca del mistero che si racconta secondo linguaggi e logiche non sempre immediate. Le opere dell’artista si presentano dunque come una sintesi di pietra e ferro, di anima e corpo, di detto e non detto. Sono al tempo stesso una provocazione perché si aprano nuovi spazi nella mente e nel cuore, affinché chi li guarda possa a sua volta creare, intuire, pregare ed infine arrendersi al mistero che pur a portata di mano resta sempre inafferrabile.” 
Benedetto Monaco

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