
Vogliamo che il 66° ‘Giorno della Memoria’ sia ispirato da queste parole.
La memoria deve diventare progetto per il futuro proprio in un momento di svolta in cui gli ultimi testimoni di quello che accadde se ne stanno andando, proprio in un momento in cui la crisi economica inasprisce gli animi e spinge le proprie insoddisfazioni verso capri espiatori dell’ultim’ora.
Il 27 gennaio 1945 vennero abbattuti i cancelli di Auschwitz, ma la civiltà occidentale, oggi, si trova davanti molti altri muri da abbattere per affermare, al di là d’ogni discriminazione, i diritti civili, sia attraverso le leggi, sia attraverso l’interiorizzazione di valori che dovrebbero essere ormai patrimonio saldo e condiviso.

Vicino perché, dal ‘40 al ’43, anche Manfredonia ebbe il suo campo di concentramento, i suoi internati slavi ed ebrei, ‘i stranìr’.
Vicino perché la nostra identità si fonda sulle stesse strutture che hanno prodotto l’orrore dell’Olocausto.
Oggi l’Olocausto deve diventare “filtro attraverso il quale deve passare una sostanza culturale adottata come deliberazione e consapevolezza”.
Lo spettacolo è stato realizzato dalla ‘Pandemia arl’.
Il reading ‘I colori dell’orrore’ è a cura di Mara Salcuni e Michele Illiceto.
Il concerto vedrà protagonisti Ilario Lombardi alla chitarra classica e Vincenzo Starace al violino. Ufficio Stampa e Comunicazione
Comune di Manfredonia
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