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venerdì 17 giugno 2011

Manfredonia: Arrestati quattro ragazzi tra i 15 ed i 17 anni, autori di diversi scippi

Si comunica che nella decorsa notte personale della Squadra di P.G. del Commissariato P.S. di Manfredonia, ha eseguito quattro ordinanze di collocamento in comunità emesse dal GIP del Tribunale per i Minorenni di Bari, Dr.ssa Antonella TRIGGIANI, su richiesta del P.M., Dr. Marcello BARBANENTE, che ha visto coinvolti quattro ragazzi di età compresa fra 1 15 ed i 17 anni, resisi responsabili di diversi scippi nella cittadina sipontina.
Le indagini venivano avviate allorquando, nei mesi di Marzo ed Aprile, si era evidenziata la recrudescenza del fenomeno degli scippi, reato che, seppur annoverato nella cosiddetta microcriminalità, genera forte allarme sociale in considerazione delle lesioni, a volte gravi, alle quali sono esposte le ignare vittime, perlopiù anziane.

Proprio in Manfredonia infatti erano stati perpetrati diversi scippi in danno di signore di mezza età, alcuni dei quali messi a segno con una violenza tale da provocare seri traumi alle povere vittime, spesso costrette a fare ricorso alle cure mediche; caratteristica comune dei reati, stando alle dichiarazioni rese dalle vittime, era il numero degli autori, la giovanissima età degli stessi, la loro spietatezza ed i medesimi due ciclomotori, uno dei quali di colore nero diffondente un forte rumore.
Sulla scorta degli scarni elementi raccolti si intraprendeva attività volta all’individuazione degli autori dei reati, resa difficile dalla giovane età dei malfattori e dalla loro incensuratezza; si effettuavano numerosi servizi automontati ed analisi incrociate sulle descrizioni fornite dalle vittime circa la corporatura dei baby scippatori e dei veicoli da loro condotti, effettuando un complicato screening delle varie generalità, fino a restringere la ricerca ed ad individuare sommariamente l’intero sodalizio.

Si predisponevano pertanto i primi servizi mirati di appostamento e pedinamento volti a prevenire e, nell’occorrenza, reprimere gli odiosi reati che nel frattempo stavano suscitando sempre più clamore e paura.
Già nel pomeriggio del 18 Aprile 2011, all’atto della consumazione di uno scippo in via San Francesco, non distante dal cimitero, in danno di una signora di mezz’età, privata della sua borsa, la Polizia aveva effettuato una vasta battuta in zona volta a rintracciare i malfattori, dalla vittima effettivamente segnalati in numero di quattro a bordo dei due soliti scooter, riferendo gli abituali particolari: due giovani malfattori a bordo di uno scooter nero molto rumoroso, attivamente spalleggiati da altri due ragazzi a bordo di un altro scooter.
La violenza era tale da provocare alla signora un trauma al polso destro per cui si configurava in questo caso il reato di rapina impropria

L’attenta ispezione dei luoghi permetteva di constatare che, non distante dal luogo dell’evento, vi era un esercizio commerciale dotato di impianto di video sorveglianza, le cui immagini venivano prontamente acquisite; l’ubicazione delle telecamere consentiva di ricostruire interamente le fasi della rapina nonché di rilevare le caratteristiche degli scooter e l’abbigliamento dei malfattori.
Ormai il cerchio stava per chiudersi e, nella successiva mattinata del 19 aprile u.s., la Polizia intercettava due scooter proprio in via San Francesco, i cui utilizzatori, accortisi di essere pedinati, aumentavano la loro andatura e, grazie al traffico particolarmente intenso, riuscivano a far perdere le proprie tracce. 
Ma gli operatori riconoscevano i due ragazzi a bordo di uno dei due scooter, quello nero, di cui rilevavano il numero della targa, e l’occupante dell’altro ciclomotore, tutti personaggi di interesse investigativo.
Ben presto si comprendeva il vero motivo della fuga dei giovani; non era solo per evitare il controllo della Polizia, ma poco prima essi avevano perpetrato in quel luogo un ulteriore scippo in danno di una povera donna. 

Alla luce dei riscontri effettuati, si predisponeva un servizio finalizzato al rintraccio dei giovani malfattori. 
Il primo di loro veniva bloccato all’imbrunire del 19 Aprile scorso nei pressi dei portici di via Mozzillo-Iaccarino, senza che potesse accennare alla benché minima fuga e vestito con lo stesso abbigliamento rilevato dalle immagini di video sorveglianza; vistosi scoperto, dopo un iniziale atteggiamento ostile e reticente, iniziava a fare le prime ammissioni circa i citati scippi.
Al termine della sua scarna confessione veniva convinto dagli operanti a condurli sul luogo ove il gruppo si era disfatto delle borse dopo averne asportato il bottino; lì, proprio alle spalle del Liceo Scientifico, in aperta campagna, faceva recuperare due borse ed alcuni oggetti in esse contenuti, tra i quali i documenti di identificazione di una delle vittime.

Si procedeva poi al rintraccio degli altri componenti la baby gang, predisponendo un servizio volto al controllo di tutti i luoghi solitamente frequentati dagli stessi, in particolare la piazza del Duomo: ivi infatti veniva rintracciato un altro appartenente al gruppo che nel frattempo si era disfatto dello scooter utilizzato per l’illecita attività, barattandolo, proprio nello stesso pomeriggio, con un altro scooter, con il fine evidente di depistare ed eludere le investigazioni in corso. 
All’atto del controllo il ragazzo indossava un casco di colore rosso, identico a quello apparso nelle immagini di video sorveglianza inerenti lo scippo perpetrato nel pomeriggio del 18 Aprile. 
Si appurava che lo scooter utilizzato per porre in essere il reato era stato ceduto ad un ignaro coetaneo che, escusso alla presenza del genitore, descriveva le fasi dello scambio, narrando in particolare l’urgenza dell’amico nell’effettuarlo. I
l ciclomotore, perfettamente coincidente al veicolo ripreso dalla più volte citate telecamere di video sorveglianza, veniva quindi sequestrato in quanto oggetto pertinente al reato.
Anche questo ragazzino, di fronte all’evidenza dei fatti, raccontava la sua versione, perfettamente coincidente con il compimento dei reati, ma tendente, come quella dei correi, resa alla presenza dei rispettivi genitori, a limitare le proprie responsabilità addossando le colpe all’amico definito “cattivo di turno”.

Ulteriore attività veniva espletata per il rintraccio di un terzo autore, anch’egli minorenne, individuato in tarda serata del 19 Aprile presso la sua abitazione; quest’ultimo, ormai scoperto, confessava un analogo ulteriore episodio delittuoso, a suo dire avvenuto la domenica prima, scippo perpetrato nei pressi del locale Ospedale San Camillo de Lellis ed, a conferma di quanto riferito, dava indicazioni utili per il rinvenimento di parte della refurtiva, nella quale però non si rinvenivano elementi utili all’identificazione della vittima. Quest’ultimo era il possessore dello scooter nero e rumoroso, per cui il mezzo veniva sottoposto a sequestro, così come un casco blu, indossato da un malfattore nel corso di uno degli scippi.
Al termine delle suddette operazioni si rintracciava anche il quarto appartenente al gruppo; due dei quattro giovanissimi, le cui posizioni sin da subito erano apparse più gravi dei loro correi, alla costante presenza dei rispettivi allibiti genitori, venivano escussi a sommarie informazioni, con l’intervento dei difensori di fiducia, mentre gli altri due venivano affidati ai rispettivi esercenti la patria potestà. 

Anche in sede di escussione, i due giovani si rimpallavano le colpe, ma dalle loro dichiarazioni emergeva un’esatta dinamica degli eventi, che va dalle fasi di preparazione ed organizzazione degli scippi, che avvenivano stabilmente in un garage in uso ad uno dei giovani indagati, all’attiva partecipazione alla commissione dei reati di tutti e quattro i minori. Anche in merito alla spartizione del bottino la versione di entrambi gli escussi non era univoca. Ambedue però erano ben a conoscenza della gravità delle loro azioni, dimostrando una scaltrezza superiore alla media della loro età: infatti asserivano che dal loro bottino evitavano di trattenere i telefoni cellulari delle vittime al fine di evitare di essere individuati o intercettati; anche il disfarsi del veicolo che ha partecipato alla perpetrazione del reato, per eludere le investigazioni, è sinonimo di una furbizia tipica degli abitudinari a delinquere. 

Per quanto concerne lo scippo effettuato nei pressi dell’Ospedale, che avrebbe fruttato non più di una decina di euro, non si è tuttora riusciti ad individuare la vittima, che forse non ha nemmeno denunciato il reato a causa della pochezza di quanto asportatole. 
Dalle dichiarazioni dei minori emergeva comunque chiaramente l’esistenza di un sodalizio finalizzato ad effettuare una serie di scippi volti a finanziare le esigenze dei giovanissimi, che potevano andare dall’acquisto di telefoni cellulari alla riparazione dei propri ciclomotori.
Tutti gli atti effettuati sono stati inviati alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, dalla cui richiesta è scaturita l’emissione dei provvedimenti di collocamento in comunità dei minorenni coinvolti nella vicenda.

Commissariato di Polizia
Manfredonia

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