
Per quanto concerne SPAGNUOLO Pietro, nel corso della mattinata del 09 u.s., il personale della locale Squadra di Polizia Giudiziaria apprendeva, da attività info-investigativa, che il citato pregiudicato, annoverante precedenti specifici in materia di stupefacenti, si era recato, per suo e per conto di un altro pregiudicato sipontino attualmente sottoposto al regime restrittivo degli arresti domiciliari, in San Severo, per approvvigionarsi di eroina, per cui veniva predisposto un servizio di appostamento nei pressi dell'abitazione dell’arrestato domiciliare, in attesa del ritorno dello SPAGNUOLO.

In tardissima mattinata sopraggiungeva SPAGNUOLO Pietro che suonava al citofono del suo amico, per cui gli operanti, al fine di evitare che lo stesso una volta entrato chiudesse il portone, vanificando l’intervento, intervenivano repentinamente.
Fermato e sottoposto a perquisizione personale, veniva trovato in possesso di un grosso involucro di cellophane termosigillato contenente eroina allo stato puro in forma pietrosa, per un totale di cinquanta grammi circa, così come analizzata da personale del locale Gabinetto di Polizia Scientifica.
Dopo l'arresto dello SPAGNUOLO, avvenuto in strada sotto l'abitazione dell’arrestato domiciliare suo complice, gli operanti si recavano ugualmente presso la sua abitazione per sottoporla a perquisizione, che dava ovviamente esito negativo.
Ultimati gli accertamenti di rito inerenti l’arresto, lo SPAGNUOLO veniva ristretto presso la Casa Circondariale di Foggia, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

Successivamente, veniva visionato l’impianto di video-sorveglianza e dal controllo, si constatava che nella nottata un malfattore, dopo aver scavalcato la recinzione prospiciente il piazzale esterno della caserma, si avvicinava all’impianto di erogazione, spegnendo la luce posta sotto la copertura e riempendo alcune taniche di carburante.
Acquisite le immagini relative all’episodio delittuoso, l’attenzione della Polizia si concentrava sul PAGANO Francesco, sia per le sembianze fisiche, sia in considerazione dei suoi precedenti penali specifici.
Una perquisizione presso la sua abitazione permetteva di rinvenire gli abiti indossati dall’autore del reato.
Vistosi scoperto, il reo decideva di rendere spontanee dichiarazioni ammettendo le proprie responsabilità. Egli veniva quindi segnalato alla Procura della Repubblica di Foggia che, stante la pericolosità sociale del soggetto e il pericolo di reiterazione del reato, emetteva una misura cautelare eseguita dal Commissariato di P.S. di Manfredonia.
Ora l’epilogo con una condanna da scontare in carcere.
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