
Infatti, in violazione dell’art.28 del D.Lgs. n.114 del 31 marzo 1998 e la Legge Regionale n.18 del 24 luglio 2001, oltre alla sanzione amministrativa le norme prevedono anche la confisca obbligatoria della merce e delle attrezzature di vendita.
Quasi 100 chili tra triglie, pesce misto, canocchie e seppie: è questo il bilancio del sequestro effettuato in via Di Vittorio, all’angolo con parco Pellegrino.

“Il fenomeno della vendita ambulante abusiva è una piaga della nostra città. A farne le spese sono i commercianti, ma spesso le merci in vendita nascondono insidie anche per la sicurezza delle persone, poiché vengono immesse sul mercato eludendo ogni forma di controllo igienico e sanitario”, ha commentato Angelo Riccardi.
Il sindaco di Manfredonia ha, pertanto, ordinato la confisca delle merce sequestrata e la visita medica sanitaria per accertarne i requisiti di commestibilità: una volta appurata la genuinità dei prodotti ittici, il primo cittadino ha disposto che vengano donati all’associazione di assistenza e beneficenza ‘SS Redentore’.
I controlli per la lotta all’abusivismo commerciale continueranno in tutta la città.
Ufficio Stampa e Comunicazione
Comune di Manfredonia
Comune di Manfredonia
4 commenti:
Stamattina stavano nella parallela in via della croce e davanti alla succursale della Posta, con un tanfo di pesce in tutto il locale postale e nessuno faceva nulla!
ed infatti,oggi pomeriggi,alle ore quattro,stavano di nuovo nello stesso punto!Il mercato ittico è in passivo?Per forza!Altrimenti come potrebbero comprarsi appartamenti e villette,senza discutere il prezzo richiesto?La stessa cosa vale per dei disoccupati!Hanno l'indennità di disoccupazione e lavorano in nero,anche la domenica,cosa che non hanno mai fatto,quando erano dipendenti!Tolgono lavoro a chi,veramente,ne ha bisogno e loro si fanno il sedere sempre più grande.Controllate i cantieri edili,vedrete quanti DISOCCUPATI !Mi fermo qui!Ultima osservazione:CHI CONTROLLA I CONTROLLORI?
Uno schifo anche a livello sanitario...
l'oro nero di Manfredonia (la pesca) viene commercializzato quasi tutto in nero mentre il Comune paga i mutui per il mercato. Anche il rilascio di uno
scontrino da chi è in regola (!!??9 è pura utopia
eppure certe rivendite incassano centinaia o migliaia
di euro al giorno, nessuno autorità muove un dito
e questi sono poveri e poi hanno decine di appartementi!!!
Sono solo interventi di facciata.
Nessuno osa entrare nel mercatino Kasbah di monticchio
ci sono decine e decine di irregolarità sulla vendita del pesce (amministrative e giuridiche)!
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